M.MARIOTTINI & S.BATTAGLIA «Music for Clarinets and Piano»

Dopo anni di frequentazione, a partire dal laboratorio permanente di ricerca musicale Theatrum – che ci ha lasciato in eredità dal 1998 al 2003 quattro riuscite incisioni – fino all’insegnamento nei corsi di Siena Jazz, il clarinettista toscano Mirco Mariottini ed il pianista milanese Stefano Battaglia si sono finalmente incontrati in studio di registrazione, sotto l’orecchio attento di Stefano Amerio, lasciandosi trasportare da una comune attitudine alla libera improvvisazione.

Da quella splendida seduta sono state scelte alla fine le dodici tracce che danno vita ad un disco dove trova mirabile e compiuta espressione quella che non è esagerato definire “the art of duo”. Ognuna delle dodici improvvisazioni è dedicata a un musicista, sicuramente importante per la loro formazione. Ci troviamo di fronte a dodici perle musicali dove un dialogo serrato lascia spesso spazio ai silenzi ed ai pianissimi, e le note sono centellinate sempre con sapiente sensibilità. Particolarmente riuscito è il raffinato blues dedicato a Paul Bley (Improvisation III), ma il clarinetto basso di Mariottini sa trovare momenti di grande intensità sia nell’omaggio a Jimmy Giuffre (Improvisation II) che in quello a Krzystof Komeda (Improvisation VIII). I due improvvisatori curano magistralmente le dinamiche di tutti i dodici brani, dando vita a flussi sonori intensi e pervasivi, capaci di creare sfumature timbriche e colori che lasciano con il fiato sospeso nei più movimentati omaggi a Igor Strawinsky (Improvisation IV) e Valentin Silvestrov (Improvisation VII). Dall’ascetico  clima dell’iniziale Improvisation I al dolce e nostalgico tributo finale a Rosa Balistreri (Improvisation XII), «Music for Clarinets and Piano» si conferma un lavoro dai tratti crepuscolari, sorta di “chamber music”, con un suono ed un linguaggio che, nonostante le evidenti influenze jazzistiche, può in qualche modo esser ricondotto ad una certa idea di “italianità”, autonoma ed originale. Se Stefano Battaglia – dal 2004 artista di punta dell’Ecm – non ha certo bisogno di presentazioni, il disco ci consente di apprezzare anche il talento straordinario, specie al clarinetto basso, di Mirco Mariottini, (oggi uno dei più importanti “eredi di Eric Dolphy”, secondo il flautista americano James Newton).